Il costruttore più arrogante di New York.
Nato a New York in una famiglia medio borghese, Donald Trump è diventato tra gli anni ’70 e ’80 un vero fenomeno mediatico negli Stati Uniti.
Classe 1946, il futuro Presidente degli Stati Uniti è fin da subito un bambino energico e sopra le righe. A 13 anni, per insegnargli a stare al mondo, i suoi genitori lo iscrivono in un collegio militare che avrà grande impatto sul suo carattere, e che soprattutto gli insegnerà la disciplina, caratteristica fondamentale per arrivare così in alto.
Cresciuto al fianco di suo padre il giovane Donald si appassiona fin da subito al settore dell’edilizia. Il padre infatti era un costruttore di appartamenti e case di basso pregio nei quartieri popolari newyorkesi Queens e Brooklyn. Trump cresce, e dopo la prestigiosa laurea in economia alla Wharton inizia a lavorare nell’azienda di famiglia. La Elizabeth Trump & Son, poi rinominata Trump Organization, continua a gestire cantieri nei sobborghi di New York dove il giovane Donald fa esperienza per 5 anni.
A 28 anni Donald si trasferisce a Manhattan, con l’obiettivo di conquistare il mercato immobiliare del quartiere più prestigioso della città. Il giovane Donald punta un terreno di 23 ettari nel nord di Manhattan, ma prima di riuscire ad avere quel prestigioso lotto realizza la sua prima vera operazione: la ristrutturazione dell’hotel Commodore. Con una nuova facciata di cristallo e un’importante concessione da parte del Municipio di New York sulle imposte Trump riesce ad attirare importanti investitori e a far decollare il progetto. Sulla base di questo successo torna all’attacco del terreno di nord Manahttan, e con l’appoggio del municipio riesce a ritarlo dalla fallita compagnia ferroviaria “New York Central Railroad”. Questa operazione è il punto di svolta per la carriera di Donald Trump, che mette insieme 6 associazioni civili per il recupero di New York interessate al progetto. Il giovane imprenditore dimostra un fiuto per gli affari fuori dal comune e capisce il potenziale di quell’immensa area degradata, sulla quale si svilupperanno molti progetti negli anni a venire che daranno tutti una partecipazione alla Trump Organization. Con queste due prime grandi operazioni, e con la sua capacità di negoziare sconti tributari con gli enti pubblici, inizia la sua scalata nel difficile mondo dei costruttori newyorkesi. In un libro autobiografico dichiara di aver dato spesso ordine ai suoi avvocati di cercare il minimo problema burocratico o cavillo per attaccarsi e fare dei reclami al Municipio, una tecnica che avrebbe usato più volte.
Iniziano i rapporti con i banchieri locali, e il volto di Donald comincia ad apparire sui giornali. A meno di 40 anni raggiunge risultati che richiederebbero due generazioni di duro lavoro. Lui ci riesce in poco più di un decennio, e trasforma l’impresa di famiglia andando ad investire in tutte le grandi città degli Stati Uniti. Non solo grattacieli, ma anche Casinò e alberghi.
Poi arriva la crisi immobiliare di fine anni ’80, e i grossi costruttori di New York iniziano a cadere, uno a uno. Quei banchieri che prima li avevano foraggiati con lauti prestiti ora saltano alla gola dei debitori e pretendono tutto e subito. Anche Donald è sotto di parecchi miliardi, e come persona fisica ha un debito di oltre 900 milioni di dollari. Sono gli anni più duri, e il fallimento è dietro l’angolo, ma Donald non molla. Dimostra ancora una volta di essere tenace, anche nei momenti bui, e ritratta il proprio debito con i suoi creditori. Raccoglie i frutti degli anni precedenti, in cui aveva trattato con guanti di velluto i suoi soci banchieri, a differenza dei suoi tracotanti concorrenti. Mentre le Banche non aspettano altro che vedere fallire i grandi rivali di Trump, con lui preferiscono concordare dei risarcimenti forfettari. Spesso infatti far fallire un debitore non è un buon affare, si spendono milioni di dollari in spese legali e non si recupera niente.
Trump tiene duro, e approfitta della crisi per mettere alla prova le persone che gli si sono avvicinate in tempo di vacche grasse.
Nei primi anni ’90 affronta 4 procedure per banca rotta con i suoi alberghi, ma riesce a riprendersi. Sicuramente in giro non ci sono molti uomini sopravvissuti a una crisi finanziaria di tali entità. Trump ha dimostrato in quella circostanza una capacità di resistenza allo stress fuori dal comune, qualità fondamentale a certi livelli.
Dalla prova degli anni ’90 dichiara di aver imparato molto e di esserne uscito più forte di prima. I risultati effettivamente parlano chiaro. Nel ’96 inizia un nuovo ambiziosissimo progetto acquistando un edificio per un solo milione di dollari al numero 40 di Wall Street. L’affare è un successo e gli investitori interessati sono subito moltissimi sebbene all’inizio solo Trump creda nell’operazione. Poi arriva la diversificazione con il nome Trump che diventa un marchio di qualità non solo nel settore edile. Il gruppo inizia a sponsorizzare progetti immobiliari di terzi in tutto il mondo e partecipa al commercio di abbigliamento di lusso. Tra le acquisizioni anche i concorsi di bellezza Miss America, Miss Universo e Miss Teen America. Trump e i suoi figli capiscono in quegli anni che il marchio Trump ha un valore altissimo, fissato da Forbes nel 2011 in 200 milioni di dollari.
Negli anni 2000 Trump torna ad essere un personaggio mediatico amato e discusso, sempre accompagnato da belle donne e con la risposta pronta. Mark Burnett, produttore di Survivor, il primo reality show di successo al mondo, vede in Trump un grande potenziale e gli propone di partecipare a un suo progetto: The Apprentice. Dal 2004 al 2014 il reality show, che vede degli aspiranti manager competere per un prestigioso ruolo nella Trump Organization, ha un successo incredibile, con un record di 41 milioni di telespettatori.
Trump non si ferma, e usa quello che definisce “slancio” nei suoi libri. Quando inizi a lavorare devi partire con piccoli passi, piccoli successi che ti motivano ad andare avanti. Un passo alla volta inizi ad ingranare, a prendere slancio, e diventi inarrestabile. Tutti i suoi grandi successi derivano proprio dallo slancio, l’inerzia, che riesce a creare e che lo mantiene sempre attivo e produttivo oltre ogni limite. Automotivato ad avere sempre di più il magnate punta alla Casa Bianca, e inizia la sua campagna politica nel 2008 appoggiando ufficialmente il candidato repubblicano McCain.
Nel 2016 “scende in campo” e batte ben 15 candidati alla leadership Repubblicana.
Contro ogni previsione vince le elezioni ai danni della favoritissima Hillary Clinton. Il resto è storia recente.
Credo che Donald Trump sia sicuramente un ottimo esempio di maschio alfa dei nostri tempi. Al di là della nazionalità e della carriera politica recente, di cui onestamente mi è sempre importato poco, ha dimostrato di avere delle capacità fuori dal comune come imprenditore e comunicatore. Il mondo del business è un ambiente durissimo dove vale più che mai il detto americano “fuck or get fucked”, per arrivare a chiudere certi affari ci vogliono capacità incredibili. Assertivo, disciplinato (non ha mai bevuto e fumato in vita sua) e ambizioso, Donald ha sempre avuto il coraggio di portare avanti le sue azioni titaniche. Questa, come detto altre volte, è una delle più importanti caratteristiche di un Uomo degno di questo nome. Mentre i comuni mortali sono sempre concentrati a soddisfare l’opinione comune, non offendere nessuno e stare simpatici a tutti Donald Trump ha fatto e detto sempre quello che ha voluto. È importantissimo per la rinascita del maschio occidentale identificare quei pochi modelli di sana virilità rimasti. Trump può stare antipatico, ma è sicuramente un uomo con le palle, e oggi in giro di uomini con le palle ce ne sono veramente pochi.
Quando dici “Trump può stare antipatico, ma è sicuramente un uomo con le palle”, mi duole dirlo ma dimostri di aver preso un po’ sotto gamba certi importanti aspetti della sua personalità.
C’è da dire che comunque la questione Trump è molto complessa, è il porsi il problema se lui sia un maschio alfa o no è giusto.
Per questo ti consiglio di guardare (con comodo, quando hai tempo) il film documentario “Unfit- la psicologia di Donald Trump.”.
Lì la questione di Trump – maschio Alpha viene secondo me sviscerata con l’approccio giusto….da un esperto che ad un certo punto spiega le dinamiche di successo di certi personaggi come lui e Adolf Hitler portando come esempio il comportamento di un gruppo di scimmie nei confronti del loro leader.
E secondo me è un esempio altamente illuminante che va al di là delle problematiche relative alla figa…….